Quando questo incubo sarà finito, torneremo a sbuffare per il troppo traffico e per il parcheggio che non si trova mai, la metro piena la mattina e la coda per il caffè al banco. Ma torneremo anche negli stadi a fare il tifo, a urlare nei parterre dei concerti d’estate, ad affollare le stazioni e gli aeroporti. A ridere insieme guardandoci negli occhi. Uscire a respirare, a correre, a bere e a mangiare, a guardare le stelle, che comunque non si sono mai mosse. A visitare i nonni a meno di un metro di distanza, ad abbracciarci senza paure, quando sfiorarsi non sarà più contro la legge. E torneremo a dire “aspetta, sto arrivando”.